1) Grignolino 2) Prosecco 3) Raboso
4) San Gioveto 5) Sommariello 6) Trebbiano
7) Verdicchio 8) Barbera 9) Dolcetto
10) Frappato di Vittoria
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L'olandese P.J. Sachs fu colui che per la prima volta nella storia della viticultura chiamò una raccolta sistematica di descrizione di varietà di vite "ampelografica".
L'ampelografia nasce come strumento di conoscenza per risolvere due problemi; il primo quello di chiamare con lo stesso nome uve che avevano nomi o sinonimi diversi pur essendo della stessa varietà.
Il secondo, opposto, attribuire a uve simili denominazioni diverse.
La scienza ampelografica è stata fondamentale, oltre che nei periodi critici della viticoltura come quello della fitlossera, anche a seguito di catastrofi climatiche e gelate.
L'abate Rozier (1734-1793) costituisce la prima collezione ampelografica che diventerà importantissima per la classificazione delle viti e delle uve e darà seguito ad altre collezioni che saranno create nel corso dell' 800.
In questo secolo numerosi ricercatori pubblicheranno preziosi album e ricche raccolte di uve, con l'ausilio di illustratori ed incisori.
Le illustrazioni giungono a compiere, così, quel ruolo che solo da fine secolo assumerà la fotografia.
Vallis Mareni edita "L'Ampelografla Italiana" (1879-1890), che rappresenta in tutto ventotto uve (dieci vitigni italiani: Grignolino, Barbera, Dolcetto, Sangioveto, Trebbiano, Prosecco, Raboso, Verdicchio Bianco, Sommariello e Frappato di Vittoria).

Si tratta della più bella opera a carattere viticolo realizzata in Italia ed è conservata presso la Biblioteca Internazionale "La Vigna" di Vicenza.

Le tavole riproducono con straordinaria veridicità lo stato delle uve di fine '800, nelle caratteristiche dei due lati della foglia, nella dimensione naturale del grappolo, nei pregiati dettagli dell'insieme.